La Battaglia di Capo Nord e l’affondamento della Scharnhorst – 25 dicembre 1943

Scharnhorst
Scharnhorst

In breve:
La Battaglia di Capo Nord, conosciuta anche come Battaglia dell’Isola degli Orsi, si combatte il 26 dicembre 1943; essa rappresenta l’ultima azione delle corazzate tedesche in acque europee. I tedeschi concentrano in Norvegia Settentrionale un’imponente forza navale: le corazzate “Tirpiz” e “Scharnhorst” e la tascabile “Lutzow” con relativa scorta di cacciatorpediniere, che crea la “proiezione di potenza”, ossia immobilizza le forze nemiche per il solo fatto di esistere. Il 22 dicembre la ricognizione aerea tedesca avvista un convoglio russo; la “Scharnhorst” prende il mare scortata da 6 cacciatorpediniere; ma il convoglio è scortato a distanza dalla Force 1 britannica, con 3 incrociatori e dalla Force 2 con una corazzata, un incrociatore e 4 cacciatorpediniere. La Force 1 localizza la “Scharnhorst” e apre il fuoco; la corazzata tedesca ripiega navigando proprio in direzione della Force 2; la corazzata britannica della Force 2 avvista l’unità germanica e apre il fuoco a 35.000 metri danneggiando la nave nemica; poi sopraggiunge la Force 1 che dà il colpo di grazia lanciando i siluri; solo 36 superstiti tedeschi vengono recuperati in mare.

Il 25 dicembre 1943 la Scharnhorst e diversi cacciatorpediniere, al comando del Konteradmiral Erich Bey, presero il mare con la missione di attaccare i convogli artici JW 55B e RA 55A, diretti in Russia passando a nord della Norvegia. Sfortunatamente per i tedeschi, i loro ordini erano stati decifrati dai criptoanalisti britannici, e l’Ammiragliato britannico inviò una forza superiore ad intercettarli. Il giorno successivo, con tempo cattivo ed incapace di localizzare il convoglio, Bey distaccò i due cacciatorpediniere inviandoli a sud, e lasciando la Scharnhorst da sola. Meno di due ore dopo la nave incontrò la forza di scorta del convoglio: gli incrociatori Belfast, Norfolk e Sheffield. Nascosti dalla neve, gli incrociatori britannici aprirono il fuoco. Dopo uno scambio di diverse bordate il radar dello Scharnhorst venne messo fuori uso, lasciandolo incapace di rispondere accuratamente al fuoco. La Norfolk subì danni minori. Per tentare di aggirare gli incrociatori, Bey ordinò alla Scharnhorst di prendere una rotta a sud-est, allontanandosi dagli incrociatori. Nel tardo pomeriggio la forza di copertura del convoglio, inclusa la nave da battaglia britannica Duke of York, entrò in contatto e aprì il fuoco. Nonostante la perdita del suo hangar e di una torretta, la Scharnhorst aumentò temporaneamente la sua distanza dagli inseguitori. A questo punto la sua fortuna finì, quando alle 18:20 un altro proiettile dalla Duke of York distrusse una sala caldaie, riducendo la sua velocità e lasciandola così vulnerabile agli attacchi dei cacciatorpediniere. L’incrociatore Jamaica e i cacciatorpediniere Musketeer, Matchless, Opportune e Virago si avvicinarono lanciando i propri siluri, seguiti da ulteriori bordate d’artiglieria e da un’ondata finale di siluri. La Scharnhorst subì gravi danni, si capovolse ed affondò alle 19:45 del 26 dicembre con le eliche ancora in movimento. Su un equipaggio di 1.968 uomini, solo 36 sopravvissuti furono salvati dal mare gelido; 30 dalla HMS Scorpion e 6 dalla Virago.

Più tardi in serata l’ammiraglio Bruce Fraser annunciò ai suoi ufficiali a bordo della Duke of York:

(EN)

« “Gentlemen, the battle against Scharnhorst has ended in victory for us. I hope that if any of you are ever called upon to lead a ship into action against an opponent many times superior, you will command your ship as gallantly as Scharnhorst was commanded today”. »

(IT)

« Signori, la battaglia contro la Scharnhorst è terminata con la nostra vittoria. Spero che se qualcuno di voi verrà chiamato a condurre una nave contro un avversario di molte volte superiore, voi comanderete la vostra nave tanto valorosamente quanto la Scharnhorst è stata condotta oggi »

(Bruce Fraser)

Lo Scharnhorst nel 1939
Lo Scharnhorst nel 1939

L’operazione Ostfront

Il Großadmiral Erich Raeder (secondo da destra), comandante della Kriegsmarine, a Norimberga il 12 settembre 1938
Il Großadmiral Erich Raeder (secondo da destra), comandante della Kriegsmarine, a Norimberga il 12 settembre 1938

Nel mese di marzo del 1943 lo Scharnhorst, salpò dal porto di Narvik e successivamente, insieme alla Tirpitz ed alla corazzata tascabile Lützow, raggiunse il fiordo di Alta, costituendo un potente deterrente al comando del vice-ammiraglio Topp (già comandante della Tirpitz); peraltro le tre navi rimasero alla fonda durante i mesi estivi poiché l’attività dei convogli, a causa del pericolo rappresentato dalle unità di superficie e dai sommergibili, unito alla lunghezza delle giornate che ne avrebbero favorito l’avvistamento e gli attacchi aerei, fu sospesa, per riprendere con l’approssimarsi dell’inverno.

In considerazione dell’avvicinarsi dell’inverno, la Kriegsmarine iniziò a smobilitare parzialmente il personale imbarcato sulle grandi navi, richiamando sia il vice-ammiraglio Topp che il comandante della Scharnorst a Berlino, sostituendoli con i neo-promossi contrammiraglio Erich Bey e il capitano Hinze: entrambi provenivano da cacciatorpedinieri ed erano a digiuno di esperienza su grandi navi. In linea di massima la Marina Tedesca, conscia dell’inferiorità dei propri mezzi di scoperta rispetto alla Royal Navy, pensava di evitare scontri di superficie in inverno. Tuttavia, l’aggravarsi della situazione sul fronte russo, richiese un cambio di piani, obbligando ad impegnarsi fino in fondo per far vedere all’OKW che anche le grandi navi davano il loro contributo.

Il giorno 22 dicembre 1943 fu avvistato dai ricognitori della Luftwaffe il convoglio artico JW-55B, diretto verso il porto di Murmansk in Unione Sovietica; il convoglio era composto da 19 mercantili, scortati da 5 cacciatorpediniere britannici, l’HMS Onslow, l’HMS Onslaught, l’HMS Orwell, l’HMS Scourge e l’HMS Impulsive, da 3 cacciatorpediniere canadesi, l’HMCS Haida, l’HMCS Huron e l’HMCS Iroquois, e dal dragamine britannico HMS Gleaner; era previsto che il convoglio sarebbe transitato a circa 150 miglia a nord di Capo Nord il 26 dicembre e furono inoltrate le disposizioni affinché lo Scharnhorst salpasse allo scopo di intercettarlo in una missione denominata in codice Operazione Ostfront.

L’incrociatore da battaglia tedesco era rimasto l’unica unità disponibile nella zona di Alta dopo che la Tirpitz era stata gravemente danneggiata, a seguito di un attacco compiuto il 22 settembre da alcuni sommergibili inglesi della classe X, i cui equipaggi riuscirono a piazzare delle cariche esplosive sotto lo scafo della corazzata, rendendola inutilizzabile per diversi mesi[1].

Foto di ricognizione aerea sul porto di Kiel, febbraio-giugno 1942 La posizione della Scharnhorst è indicata dalla freccia al centro della foto
Foto di ricognizione aerea sul porto di Kiel, febbraio-giugno 1942 La posizione della Scharnhorst è indicata dalla freccia al centro della foto

Il comando navale tedesco della base di Narvik espresse una notevole preoccupazione per lo svolgimento dell’operazione, in quanto le previsioni meteorologiche davano mare in burrasca con venti di tempesta e, se questi elementi avrebbero certamente rallentato la scorta del convoglio, avrebbero fatto altrettanto con quella dello Scharnhorst ed inoltre la possibilità di nevicate avrebbe ostacolato la ricognizione aerea; il comando navale contattò l’ammiraglio Otto Schniewind presso il quartier generale del Gruppo navale nord a Kiel per chiedere che l’operazione fosse rinviata ma Dönitz, contattato a sua volta mentre si trovava a Berlino, insistette per dare comunque il via all’operazione ed, alle ore 17:00 del 25 dicembre, fu dato l’ordine all’incrociatore da battaglia tedesco, al comando del capitano di vascello Fritz Julius Hintze, e sul quale si trovava il comandante di squadra, il contrammiraglio Erich Bey di salpare insieme alla sua scorta, composta da 5 cacciatorpediniere della classe Narvik, Z 29, Z 30, Z 33, Z 34 e Z 38[2].

Schema della Scharnhorst
Schema della Scharnhorst

Le forze Alleate nella zona di Capo Nord

Il convoglio JW-55B godeva come scorta indiretta di una potente squadra navale, composta dalla corazzata classe King George V HMS Duke of York, sulla quale era imbarcato il comandante di squadra, l’ammiraglio Sir Bruce Fraser, che dal mese di giugno aveva sostituito l’ammiraglio John Tovey al comando della Home Fleet, dall’incrociatore leggero HMS Jamaica e da 3 cacciatorpediniere, l’HMS Savage, l’HMS Scorpion e l’HMS Saumarez; la squadra era inoltre integrata dal cacciatorpediniere norvegese KNM Stord che incrociava a maggiore distanza.

La squadra Alleata comandata da Fraser non era l’unica presente nella zona, a circa 150 miglia dal convoglio JW-55B infatti si trovava anche il convoglio RA-55A, esso era un convoglio “vuoto”, ossia composto da navi che avevano precedentemente trasportato il loro carico in Unione Sovietica e che stavano facendo ritorno in Gran Bretagna per essere nuovamente approvvigionate. Il convoglio era formato da 22 mercantili, con scorta diretta di 7 cacciatorpediniere inglesi, l’HMS Musketeer, l’HMS Opportune, l’HMS Virago, l’HMS Matchless, l’HMS Milne, l’HMS Meteor, l’HMS Ashanti, da 1 cacciatorpediniere canadese, l’HMCS Athabascan, e dal dragamine inglese HMS Seagull, mentre la scorta indiretta era formata da una divisione di incrociatori composta dall’incrociatore pesante HMS Norfolk e dagli incrociatori leggeri HMS Belfast e l’HMS Sheffield, comandata dal contrammiraglio Sir Robert Burnett.

Cacciatorpediniere tedesco della classe Narvik
Cacciatorpediniere tedesco della classe Narvik

Gli avvistamenti delle due squadre navali

Un aereo da ricognizione tedesco Blohm & Voss BV 138, facente parte delle unità che il maresciallo dell'aria Hermann Göring inviò negli aeroporti intorno a Capo Nord nell'estate del 1942
Un aereo da ricognizione tedesco Blohm & Voss BV 138, facente parte delle unità che il maresciallo dell’aria Hermann Göring inviò negli aeroporti intorno a Capo Nord nell’estate del 1942

Immediatamente dopo la partenza dello Scharnhorst l’ammiraglio Schniewind, date le condizioni del mare e il ritardo nell’inizio dell’operazione, tentò nuovamente di fare annullare la missione, chiedendo all’ammiraglio Dönitz che almeno i 5 cacciatorpediniere fossero richiamati, ma la risposta dell’Alto comando della Kriegsmarine arrivò solo alle 00:02 del 26 dicembre e, contrariamente a quanto richiesto, fu ordinato che, in caso di condizioni estreme o di impossibilità ad adempiere la missione, solo le unità di scorta avrebbero potuto rientrare mentre l’incrociatore da battaglia avrebbe dovuto procedere da solo come “nave corsara armata”, aggiungendo che “il combattimento non doveva essere lasciato a metà”.

L'Isola degli Orsi, punto di avvistamento del convoglio Alleato JW-55B
L’Isola degli Orsi, punto di avvistamento del convoglio Alleato JW-55B

In quel momento, mentre la squadra tedesca era ancora convinta di lanciarsi all’inseguimento di un convoglio debolmente difeso, le condizioni atmosferiche indussero il contrammiraglio Bey ad interrompere il silenzio radio per segnalare un’avaria occorsa ad uno dei cacciatorpediniere e questo fu sufficiente alle unità Alleate per capire che una grossa nave di superficie era in navigazione ed immediatamente la squadra di Fraser, che si trovava a circa 220 miglia di distanza, e quella di Burnett, distante meno di 150 miglia, si diressero verso Capo Nord, facendo contemporaneamente deviare il convoglio JW-55B verso nord est, al fine di allontanarlo dal pericolo di contatto con unità nemiche. Alle ore 7:55 del 26 dicembre il contrammiraglio Bey, non riuscendo ad individuare la posizione del convoglio, diede ordine ai cacciatorpediniere di dirigersi verso sud ovest, disponendosi “a ventaglio”, mentre lo Scharnhorst avrebbe proseguito verso nord nel tentativo di formare una “tenaglia” per intrappolare il convoglio, e pochi minuti dopo un ricognitore della Luftwaffe avvistò l’HMS Duke of York che si stava velocemente avvicinando ma il messaggio trasmesso dall’aereo fu incompleto e la squadra tedesca, che aveva precedentemente ricevuto un messaggio dai sommergibili che si trovavano nella zona dell’Isola degli Orsi, che avevano a loro volta avvistato il convoglio, segnalando tuttavia come scorta solo incrociatori leggeri e navi di piccola stazza, ritenne di potere intercettare il convoglio prima di entrare in contatto con le unità di scorta, le quali sarebbero state in ogni caso in posizione di svantaggio rispetto alle artiglierie da 280 mm di cui lo Scharnhorst era dotato, continuando ad ignorare l’approssimarsi di una corazzata[3].

Marinai tedeschi, superstiti dell'affondamento dello Scharnhorst, vengono tradotti bendati sulla nave ammiraglia britannica HMS Duke of York
Marinai tedeschi, superstiti dell’affondamento dello Scharnhorst, vengono tradotti bendati sulla nave ammiraglia britannica HMS Duke of York

L’affondamento dello Scharnhorst

Le squadre nemiche continuavano ad avvicinarsi nell’oscurità della notte polare ed, alle ore 09:24, l’incrociatore leggero HMS Belfast, che aveva individuato lo Scharnhorst con il radar ad una distanza di circa 17 miglia e lo aveva seguito per circa 40 minuti, aprì il fuoco, seguita pochi minuti dopo dall’incrociatore pesante HMS Norfolk, sopraggiunto insieme all’altro incrociatore leggero HMS Sheffield; l’incrociatore da battaglia tedesco fu colpito all’albero di trinchetto ed il radar di prua fu distrutto ma il contrammiraglio Bey, invece che accettare lo scontro, utilizzando la maggiore gittata e la maggiore potenza dei suoi pezzi rispetto a quelli delle navi Alleate, si allontanò, proseguendo nella ricerca del convoglio che continuava a dirigersi verso nord, spingendo la nave tedesca sempre più lontana dalla sua base[4].

La ricerca del convoglio da parte dello Scharnhorst proseguì per altre due ore ed, alle ore 12:05, avvenne un altro scambio di colpi e l’HMS Norfolk fu colpito due volte venendo gravemente danneggiato ma il contrammiraglio Bey solo in quel momento si rese conto che le unità britanniche si erano frapposte tra lui ed il convoglio e che il proseguimento della caccia avrebbe contenuto un eccessivo rischio per la sua nave, anche tenendo conto della difficoltà, a causa della disponibilità del solo radar di poppa, nell’individuazione delle unità nemiche, e quindi ritenne di interrompere la ricerca e di fare rotta verso sud est per tentare di raggiungere la Norvegia, segnalando contemporaneamente ai cacciatorpediniere della sua scorta di fare altrettanto[5].

L’incrociatore da battaglia tedesco sulla sua rotta di rientro venne seguito dai tre incrociatori della squadra di Burnett ma il contrammiraglio Bey considerò che la maggiore velocità e la maggiore potenza dei pezzi della sua nave la avrebbero messa al riparo dal pericolo, non sapendo che la corazzata HMS Duke of York stava sopraggiungendo su di una rotta trasversale rispetto allo Scharnhorst che, alle ore 16:17, fu individuato ad una distanza di circa 22 miglia dalla nave ammiraglia britannica ed, alle ore 16:54, fu illuminato dai proiettori e dai bengala lanciati dall’HMS Belfast permettendo all’HMS Duke of York di aprire il fuoco ad una distanza di circa 14 miglia e, nello scambio di colpi che seguì, entrambe le navi furono danneggiate ma i colpi ricevuti dallo Scharnhorst, che proseguiva nella sua rotta verso sud, ne ridussero la velocità a soli 10 nodi, permettendo anche ai cacciatorpediniere di avvicinarvisi[6].

Alle ore 18:24 il contrammiraglio Bey, constatata la gravità della situazione, inviò a Berlino il messaggio “combatteremo fino all’ultimo colpo” e contemporaneamente fece trasportare le munizioni dai depositi delle torri prodiere, ormai inutilizzabili, alla torre di poppa, permettendo allo Scharnhorst di continuare a sparare ma 4 cacciatorpediniere della squadra di Fraser che erano riusciti a raggiungerlo le lanciarono contro 27 siluri di cui solo 3 andarono a segno ma riuscirono a rallentare ulteriormente la navigazione dell’incrociatore da battaglia tedesco che, quasi immobilizzato, fu colpito da 10 salve della HMS Duke of York ed, alle ore 19:12, l’HMS Belfast colpì la torre poppiera, lasciando disponibili solo due cannoni da 150 mm per rispondere al fuoco ma, alle ore 19:30, anche questi furono ridotti al silenzio ed, alle ore 19:57, la nave si capovolse ed affondò; solo 36 dei 1.968 uomini imbarcati sullo Scharnhorst furono raccolti e salvati dal cacciatorpediniere HMS Scorpion e tradotti sulla nave ammiraglia britannica[7].

L'incrociatore da battaglia tedesco Scharnhorst in navigazione nei primi mesi del conflitto
L’incrociatore da battaglia tedesco Scharnhorst in navigazione nei primi mesi del conflitto

Epilogo

Dopo l’affondamento dello Scharnhorst[8] l’ammiraglio Fraser rese gli onori all’equipaggio dell’incrociatore da battaglia tedesco lanciando una corona in mare, venendo contestualmente nominato “Primo Barone di Capo Nord”, in omaggio alla sua vittoria[9], mentre, da parte tedesca, la perdita della grande unità di superficie lasciò la Kriegsmarine con la sola Tirpitz, peraltro in quel momento ancora in riparazione, a minacciare concretamente la navigazione dei convogli artici e la battaglia di Capo Nord costituì l’ultima battaglia navale combattuta tra tedeschi ed Alleati con unità di superficie per tutta la durata del conflitto; da quel momento, fino alla fine della seconda guerra mondiale, le uniche azioni attuate dai tedeschi furono condotte solo con aerei o sottomarini[10].

Ironicamente, nel 1793 Gerhard von Scharnhorst aveva servito come giovane luogotenente sotto il Duca di York nei Paesi Bassi.

Il 3 ottobre 2000 il relitto sommerso della Scharnhorst fu localizzato a circa 72° 16′ latitudine nord, 28° 41′ longitudine Est, approssimativamente a circa 130 km a nord-nord est di Capo Nord, alla profondità di circa 300 m, e fu fotografata dalla Royal Norwegian Navy.

Note

[1] La corazzata fu rimorchiata nel fiordo di Kaa per le riparazioni e successivamente trasferita nel fiordo di Tromsø dove, il 12 novembre 1944, fu attaccata dai bombardieri inglesi Lancaster venendo affondata. V. AA.VV., Il terzo Reich, vol. Guerra sul Mare, 1993, H&W, pag. 167.

[2] La tabella di marcia dell’operazione prevedeva tre ore di tempo per liberarsi delle reti anti siluri ma l’ordine di partenza ai cacciatorpediniere di scorta arrivò solo alle 16.37, ritardandone di due ore l’inizio. V. AA. VV., cit., pag. 153.

[3] V. Enzo Biagi, cit., pag., 1527

[4] Dopo la fine della battaglia la condotta del contrammiraglio Eric Bey fu oggetto di critiche da parte dell’ammiraglio Dönitz, il quale sostenne che sarebbe stato più opportuno annientare gli incrociatori inglesi prima di proseguire alla ricerca del convoglio. V. AA. VV., cit., pag. 155.

[5] V. Enzo Biagi, cit., pag., 1527.

[6] Nello scontro a fuoco con la HMS Duke of York lo Scharnhorst ebbe danneggiate gravemente le due torri prodiere a causa dei colpi ricevuti che le resero inutilizzabili, ed inoltre un colpo aveva danneggiato il locale caldaie, causando la perdita della velocità, e, nonostante questo fosse stato riparato, era stato perso tempo prezioso ed i cacciatorpediniere si stavano avvicinando ad una distanza che gli avrebbero consentito di lanciare i loro siluri. V. AA. VV., cit., pag. 156.

[7] V. B. H. Liddell Hart, Storia militare della seconda guerra mondiale, 1995, Mondadori, pag. 551.

[8] V. Salmaggi e Pallavisini, La seconda guerra mondiale, 1989, Mondadori, pag. 460.

[9] Negli ultimi mesi di guerra l’ammiraglio Fraser assunse il comando delle forze britanniche nell’Oceano Pacifico e fu lui a controfirmare per la Gran Bretagna la resa del Giappone il 2 settembre 1945 a bordo della corazzata americana USS Missouri. V. Enzo Biagi, cit., pag. 1529.

[10] V. Enzo Biagi, cit., pag. 1529.

Bibliografia

  • AA. VV., Il terzo Reich, vol. Guerra sul Mare, 1993, H&W ISBN non esistente
  • Enzo Biagi, La seconda guerra mondiale, vol. III, 1995, Fabbri Editori ISBN non esistente
  • Enzo Biagi, La seconda guerra mondiale, vol. V, 1995, Fabbri Editori ISBN non esistente
  • B. H. Liddell Hart, Storia militare della seconda guerra mondiale, 1995, Mondadori, ISBN 978-88-04-42151-1
  • Léonce Peillard, La Battaglia dell’Atlantico, 1992, Mondadori ISBN 88-04-35906-4
  • Salmaggi e Pallavisini, La seconda guerra mondiale, 1989, Mondadori ISBN 88-04-39248-7
  • (EN) Naval Historical Center, dipartimento della US Navy, pubblico dominio
  • Claasen, A.R.A. Hitler’s Northern War: The Luftwaffe’s Ill-Fated Campaign, 1940-1945. Lawrence: University Press of Kansas, 2001. pp 228-234. ISBN 0-7006-1050-2
  • William H. Garzke, Jr., and Robert O. Dulin, Jr., Battleships: Axis and Neutral Battleships in World War II (Naval Institute Press, Annapolis, 1985). Include il progetto, la storia operativa, informazioni sui cannoni ed altre informazioni statistiche e di progetto circa la nave.
  • Siegfried Breyer, Battleships and Battlecruisers 1905-1970 (Doubleday and Company; Garden City, New York, 1973) (pubblicato originariamente in tedesco comeSchlachtschiffe und Schlachtkreuzer 1905-1970, J.F. Lehmanns, Verlag, Munchen, 1970). Contiene vari disegni della nave, come progettata e costruita.
  • Fritz-Otto Busch, The Sinking of the Scharnhorst (Robert Hale, LTD., London, 1956) ISBN 0-86007-130-8, la storia della Battaglia di Capo Nord e la battaglia finale come raccontata da un sopravvissuto della Scharnhorst.

Collegamenti esterni

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