Nazionalsocialismo, cristianesimo e religione

Il dipinto di Hitler che raffigura gesù e Maria.
Il dipinto di Hitler che raffigura gesù e Maria.

Uno dei primi intenti di Hitler e del nazionalsocialismo fu quello di rinnovare la Germania, anche sotto l’aspetto religioso. Il forte interesse dei gerarchi nazionalsocialisti e delle società ad essi legate, quali Thule, Externstein Foundatione ed Ahnenerbe (società di ricerca del l’eredità ancestrale), nei confronti dei culti e delle radici Germaniche ed Europee mostrava un chiaro intento di restituire il paese agli antichi valori patriottici ed eroici ed all’antico misticismo. Tutto ciò era legato anche agli antichi culti dedicati agli Dèi ed alle antiche leggende che li riguardavano come dimostra, ad esempio, la costante ricerca del continente sotterraneo e segreto di Agharti, o Shamballa, nel quale, secondo un’antica leggenda, si sarebbero stabilite Divinità come il Dio Celtico Lúgh; o le varie spedizioni in luoghi, anticamente caratterizzati da radicati culti dedicati agli Dèi, quali l’Egitto. Al fine di realizzare questo rinnovamento della Germania sarebbe stato necessario eliminare il cristianesimo, almeno per come lo si conosceva. Nel sesto quaderno delle SS si legge:

“L’antica concezione della bassa Antichità e del cristianesimo stabilì una differenza di natura tra il corpo e l’anima… Il corpo è fonte d’istinto, di bassezza, di inferiorità e di viltà; l’anima è il supporto di ciò che è grande e bello, e dunque del valore assoluto. La nostra visione del mondo e della credenza propria alla nostra etnia contraddice questi princìpi di un mondo decadente e agonizzante.”

Molto importante fu il sito di Externsteine: Il luogo era una sorta di portale da attraversare spiritualmente per immedesimarsi nei grandi eroi del passato e divenire quasi un’unica cosa con il loro spirito. I comandanti delle SS venivano battezzati e consacrati nelle acque del sito ed i giovani ufficiali SS dovevano passare una notte sdraiati nel sepolcro, per provare le sensazioni mistiche e straordinarie donate da Externsteine. La presa di posizione dell’élite nazionalsocialista sembrò molto chiara, tant’è che Hitler affermò:

“Oggi, chiunque abbia un po’ di familiarità con le scienze naturali non può prendere su serio la dottrina della Chiesa in quanto tale: ciò che è in contraddizione con le leggi della natura, non può essere di Dio.”

Dunque si chiese:

“Che razza di Dio può essere un Dio che si compiace quando gli uomini si mortificano al suo cospetto?”

Ciò ricorda la visione d’illustri personaggi del passato, di epoca cristiana, che non poterono far altro che ribellarsi a questa nuova religione: l’Imperatore Flavio Claudio Giuliano, ad esempio, detto apostata, il quale considerava il Dio di concezione giudaica una bestemmia. Secondo Hitler,

“Il cristianesimo è un’invenzione di cervelli malati, un insieme di mistificazioni ebraiche manipolate dai preti; è la prima religione a sterminare i suoi avversari in nome dell’amore; è intollerante, inganna il popolo, contraddice la ragione e lo sviluppo scientifico; Il colpo più duro che l’umanità abbia ricevuto è l’avvento del cristianesimo. Il bolscevismo è un figlio illegittimo del cristianesimo. L’uno e l’altro sono un’invenzione degli Ebrei.”; “la Chiesa cattolica non ha che un desiderio: la nostra rovina.”

La posizione di Hitler, al di là del nazionalsocialismo, fu però ambigua: inizialmente fu probabilmente molto legato agli antichi culti Europei e Germanici, tant’è vero che, nel 1915, scrisse una poesia dedicata a Odino, chiamato anche Wotan e Woden, una delle maggiori Divinità Germaniche:

Talvolta mi reco nelle notti amare
Alla quercia di Woden nella placida macchia,
E tutti quelli che durante il giorno sono impudenti,
Dalla formula magica sono fatti minuscoli!
Perciò verranno separati i retti dagli empi
raggiungerò un nido di parole
e donerò ai buoni e ai puri
con il mio incantesimo fortuna e prosperità.”

Egli col tempo sembrò tuttavia allontanarsi dalle radici d’Europa per avvicinarsi ad una forma di cristianesimo privata, per quanto possibile, degli elementi, a suo avviso, ebraici: il cristianesimo positivo. Secondo il cristianesimo positivo, che non fa uso dell’antico testamento, Gesù sarebbe stato un Ariano in lotta contro gli ebrei; a sostegno di ciò Hitler disse che gli ebrei consideravano Gesù come il figlio di una prostituta, in alcuni casi figlio di un soldato Romano. Secondo l’architetto Albert Speer, parlando delle invasioni arabe d’Europa,

“Hitler disse che i conquistatori arabi, a causa della loro inferiorità razziale, sarebbero stati alla lunga incapaci di lottare contro il duro clima e le dure condizioni del paese. Non sarebbero riusciti a vincere i più vigorosi nativi, così che alla fine non gli arabi ma gli islamizzati Germani sarebbero stati alla testa di questo Impero di Maometto.”

Hitler avrebbe inoltre detto:

“la religione di Maometto sarebbe stata molto più compatibile con noi rispetto al cristianesimo. Perché doveva essere il cristianesimo con la sua docilità?”

Eppure, nel Mein Kampf, quasi contraddicendo sé stesso, ammesso che Speer davvero riportò queste parole, egli scrisse:

“Anche il cristianesimo non poté contentarsi di edificare il  proprio altare: dovette per forza procedere all’abbattimento degli altari pagani. Solo partendo da questa fanatica intolleranza poté foggiarsi la fede apodittica, di cui l’intolleranza è appunto l’indispensabile premessa.”

Da ciò si evince che per Hitler il cristianesimo non fu così debole come, secondo Albert Speer, avrebbe detto. Sembra inoltre che Hitler non basò questi suoi presunti giudizi su effettive conoscenze religiose: di fatti nella Sura V Al Ma’Ida 46 del Corano, a sottolineare i legami tra cristianesimo ed islam, si legge:

“Facemmo camminare sulle loro orme Gesù figlio di Maria, per confermare la Torâh che scese prima di lui. Gli demmo il Vangelo, in cui è guida e luce, a conferma della Torâh che era scesa precedentemente: monito e direzione per i timorati.”

Torâh e Vangeli sarebbero dunque validi per il Corano, quindi per l’islamico, ed accettare l’islam sarebbe accettare la Bibbia e con essa l’antico testamento, gli elementi considerati ebraici e gli elementi di debolezza da Hitler apparentemente ripudiati. Goebbels, nei suoi diari, scrisse:

“Il Führer è profondamente religioso ma completamente anti-cristiano. Egli vede la cristianità come un sintomo di decadimento.”

Sempre secondo Goebbels,

“Vi è, dunque, una insolubile opposizione tra il Cristianesimo e l’eroica visione del mondo Germanica.”

Hitler, però, disse:

“In primo luogo sono i cristiani e non internazionali ateisti che ora governano la Germania”; “professo inoltre che non mi alleerò mai con i partiti che distruggono il cristianesimo.”

Capire quale fu la reale visione religiosa di Hitler è, a questo punto, molto difficile, ammesso che la sua visione sia stata coerente nel corso degli anni; spesso quando si studiano i vari personaggi storici si dimentica che si tratta sempre di persone che possono col tempo cambiare le proprie visioni. Bisogna inoltre pensare che la generale visione del nazionalsocialismo non fu necessariamente la medesima di Hitler. La visione del mondo rimase però, in generale, sempre legata al misticismo, all’eroismo e, in qualche modo, all’antica concezione del Divino: basti ricordare i rituali di iniziazione degli ufficiali SS nel sito di Externsteine o la partecipazione dei più importanti membri delle SS e del partito nazionalsocialista, Hitler compreso, ai rituali del castello di Wewelsburg, ove si cercava di entrare in contatto con entità Divine, spirituali o, addirittura, con illustri personaggi del passato.

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